Filigrana sarda: lavorazione - Gioielli Piluzza

La lavorazione della filigrana


La lavorazione della filigrana è una tecnica antica eseguita interamente a mano senza ausili di macchinari particolari e seguendo un processo che segue esattamente le tecniche tradizionali.
Prima però della lavorazione del filo, illustreremo le varie fasi di lavorazione che portano il metallo a diventare un gioiello sardo di grande valore.
Le fasi si possono dividere in cinque:

Fusione del metallo
Laminazione
Trafilatura
Lavorazione
Lucidatura
 

Filigrana sarda: Fusione 


La prima fase della lavorazione consiste nel sottoporre il metallo, riposto in un crogiolo in terra refrattaria, ad un trattamento termico elevato ( fino al raggiungimento della soglia di fusione). Essendo però l'oro un metallo tenero, non può essere da solo utilizzato per la produzione di gioielli. E ' per quasta ragione che il nobile metallo viene sempre legato ad altri metalli che gli conferiscono maggiore durezza. Queste sapienti combinazioni che fanno assumere al metallo colori diversi, vengono chiamate leghe, ed è da questa unione che ricaviamo i vari tipi di oro: oro giallo, bianco, rosa,ecc.
Una volta che il metallo è stato fuso nel crogiolo con un cannello soffiato a bocca o a pedale, viene versato in una lingottiera e fatto raffreddare.
Si passa così alla seconda fase di lavorazione.

Filigrana sarda: Laminazione


La barra di metallo raffreddato viene estratto dalla lingottiera e fatto passare in un laminatoio in modo da ridurne lo spessore sempre di più. Il laminatoio è composto da due cilindri sovrapposti di acciaio o ghisa che girano in senso opposto. La barra quindi viene fatta passare in mezzo a delle scanalature che diminuiscono progressivamente, riducendo così lo spessore del filo fino ad un millimetro. Durante questa lavorazione è indispensabile ricuocere il filo, in modo da renderlo nuovamente resistente all'allungamento.
Una volta ottenuto questo filo sottile si procede alla terza fase della lavorazione.

Filigrana sarda: Trafilatura


Questa fase consiste nell' ottenere una riduzione ancora più sottile del filo, introducendolo in piccole trafile di pietra o acciaio di dimensioni sempre più piccole fino ad ottenere lo spessore desiderato. Anche durante la trafilatura è indispensabile ricuocere il metallo in modo da rinvigorirlo e renderlo di nuovo elastico. Lo spessore del filo può arrivare a seconda dell'oggetto da realizzare , a sezioni finissime, addirittura 0,15 mm.
Le fasi che abbiamo analizzato sopra sono tipiche di qualsiasi lavorazione orafa, mentre l'ultima è la fase fondamentale e che contraddistingue la filigrana dalle altre lavorazioni.

Filigrana sarda: Torcitura

Questa lavorazione consiste nell'intrecciare più fili distinti facendoli scivolare su due tavolette di legno in modo da assemblare in una lunga treccia.
La torcitura deve essere omogenea nel senso che deve presentare un numero di spire uguali per unità di
lunghezza uguale. Così come per la laminazione anche nel caso della torcitura i fili intrecciati devono essere sottoposti a ricottura

Lavorazione della filigrana

Esistono due modi di lavorare la filigrana:
•  “a giorno”: consiste nel fare la struttura del gioiello ed in seguito riempirla con filo già avvolto a spirale e saldarlo in seguito con la sottostante struttura in punti di contatto
•  “a notte”: si ricorre ad un supporto sul quale si salda il filo ritorto e sagomato in differenti
forme.

Lucidatura


L'ultima fase è la lucidatura, che fa si che la filigrana appena lavorata venga eliminata dei residui di opacità del metallo acquistando un colore brillante e luminoso del metallo.